venerdì 22 aprile 2011

Il piccolo principe

Alcuni romanzi definiti «per bambini» in realtà sono dedicati agli adulti, un esempio è Il Piccolo Principe.
Il libro narra dell’incontro tra il Piccolo Principe, un bambino venuto dall’asteroide B-612 (l’ho specificato perché «i grandi amano le cifre» e «i bimbi devono essere indulgenti con i grandi») ed un aviatore costretto ad un atterraggio di emergenza nel deserto del Sahara da un guasto al suo veicolo. Il bambino racconta il suo fantastico viaggio che lo ha portato ad incontrare diversi strambi personaggi, stereotipi dell’umanità divisa in «cento e undici re, settemila geografi, novecentomila uomini d’affari, sette milioni e mezzo di ubriaconi, trecentododici milioni di vanitosi, cioè due miliardi circa di adulti», ovvero quegli «strani» grandi di cui si sorprende. Così facendo arriva ad «addomesticare» l’aviatore, cioè a «creare dei legami» con lui, come ben spiega la Volpe nel capitolo XXI. I due giungono a scoprire che le cose veramente importanti che si possiedono nella vita, cioè l’amicizia ed i legami veri e profondi, sono oltre ciò che ci è visibile.
«Ecco il mio segreto. È molto semplice:
non si vede bene che col cuore.
L’essenziale è invisibile agli occhi»
Volpe, cap. XXI
Questo romanzo definito uno dei più bei classici per ragazzi e in realtà dedicato a Leone Werth, grande amico dello scrittore, è un libro fondamentale anche per gli adulti , «Tutti i grandi sono stati bambini una volta (ma pochi di essi se ne ricordano)».
Oggi, come non mai, c’è bisogno di ricordare quello che da bambini sapevamo riconoscere con sicurezza: ciò che c’è di importante nella vita.

Nessun commento:

Posta un commento